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Linux: caricamento del sistema

Il caricamento di un sistema operativo avviene perché, all’atto dell’accensione di un elaboratore, il Firmware si occupa di leggere ed eseguire un piccolo programma residente all’inizio del disco fisso o di un dischetto.
Negli elaboratori la parte iniziale del disco fisso è l’MBR, o il Master boot record, costituito da un solo settore (512 byte). Questo piccolo programma iniziale si occupa a sua volta di avviare il kernel.


Dal punto di vista tecnico, il modo più semplice di avviare GNU/Linux è di creare un disco di avvio contenente solo il kernel.
Nell’esempio seguente si copia il kernel ‘xx_yy’ nel dischetto contenuto della prima unità con il seguente comando: # cp xx_yy /dev/fd0.
La copia fatta in questo modo non è la copia di un file in un dischetto che contiene un file system, il dischetto diventa il file stesso e questo tipo di dischetto non può contenere più di un file. Questo particolare è molto importante e deve essere compreso necessariamente.


Il file del kernel Linux è qualcosa di molto raffinato: contiene il codice necessario per auto avviarsi dopo essersi decompresso. Infatti, la parte più consistente del kernel viene compressa alla fine del procedimento di compilazione.
Naturalmente, il kernel non ha sempre la necessità di auto-avviarsi, ma questa possibilità è importante per facilitare ancora di più l’avvio del sistema.
Il kernel è così in grado di avviarsi da solo, ma può non essere stato predisposto per utilizzare esattamente il file system principale desiderato, così come altri elementi predefiniti potrebbero non corrispondere alla realtà.
Si utilizza il programma ‘rdev’, ad esempio, per alterare questi elementi direttamente nel file del kernel o nell’immagine copiata nel dischetto.

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