Home » Sistemi operativi » Linux » La Shell di Linux

La Shell di Linux

Tutti i sistemi Linux hanno un’interfaccia grafica simile a quella di Windows, ma i veri programmatori preferiscono ancora l’interfaccia a riga di comando, cioè la shell. È molto più veloce da utilizzare, più potente e facilmente estensibile. Di seguito, si descriverà, brevemente la shell di Bourne (sh) ma da allora sono state scritte molte shell. Sebbene Linux supporti un ambiente completamente grafico, in esso i programmatori aprono diverse shell e agiscono come se avessero una dozzina di terminali ASCII aperti, ognuno con una shell diversa.

Quando l’utente batte una linea di comando, la shell estrae da essa la prima parola, suppone che questa sia il nome di un programma che deve essere chiamato e se lo trova lo manda in esecuzione. A questo punto, la shell si autosospende finché il programma non termina. La shell è un programma come tutti gli altri e il suo compito è di leggere e scrivere sul terminale e per mandare in esecuzioni altri programmi tramite i comandi che l’utente digita.

I comandi possono avere degli argomenti, che sono passati al programma chiamato. Per esempio, digitando sulla riga di comando cp src dest, la shell chiama il programma che si chiama cp con due argomenti, che sono rappresentati da: src e dest. Compito di questo programma, è quello di interpretare il primo argomento come il nome del file già esistente con il path corretto per raggiungerlo e il secondo argomento serve per creare una copia dello stesso file su un path definito dall’utente.

È anche possibile mettere un elenco di comandi in un file e poi lanciare una shell con questo file come standard input. Tutti i file che contengono comandi shell sono detti: shell script.

Lascia un commento