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Sicurezza: terrore digitale!

Quando si parla di sicurezza in ambito informatico, vi si fa riferimento in modo astratto, invece per ogni singolo prodotto occorre chiedersi: “Sicuro da chi?”, “Sicuro da cosa?”. Non sempre è possibili tenere conto di tutte le circostanze, poiché esistono pericoli molto più subdoli.

La sicurezza per cui non è un concetto assoluto e il contesto è molto più importante della tecnologia utilizzata, ad esempio il fatto che un sistema operativo non sia protetto contro le bombe a mano non significa che è inutile.


Il ciberspazio non è tanto diverso dal mondo reale, infatti, è abitato da persone che interagiscono fra loro, formano una società complessa, così come il ciberspazio ospita comunità grandi e piccole e attività commerciali.

I pericoli digitali non sono diversi da quelli presenti nella realtà, se nella vita reale avviene ad esempio l’appropriazione indebita di qualcosa, ciò succede anche nel ciberspazio.
Le violazioni della privacy sono causate sia da un fotografo (nella vita reale) sia su Internet da un Hacker.
In passato, i criminali rapinavano le banche perché avevano i soldi lì; mentre oggi, viaggiando in rete, vi sono i criminali seduti sulla loro poltrona che riescono a compiere lo stesso reato.


Un altro terrore che affligge Internet è praticato dagli esperti di marketing che raccolgono tutti i dati possibili, tramite cookie, siti navigati, sessioni aperte, per indicizzare e inviare pubblicità in base alle abitudini raccolte prima, infatti, per anni, molte informazioni personali inviate a siti web come Intuit sono state trasmesse ad agenzie di pubblicità; inoltre, un problema di codice consentiva di trasferire sempre di trasferire a queste agenzia anche i dati finanziari immessi dai clienti, ovviamente tutto all’insaputa dei clienti.

Questo significa che non è necessario rivoluzionare il codice penale, perché potrebbe essere applicato anche per quest’ambito, salvo qualche semplice modifica.

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