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Gmail, bloccare un mittente

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Da alcuni mesi Gmail ha introdotto una nuova funzione che permette di bloccare un mittente evitando che i suoi messaggi vengano mostrati tra la posta in arrivo. Si tratta di una funzione utile per contrastare alcune forme di spam ma che può essere utilizzata anche per bloccare singoli indirizzi email.

Bloccare un indirizzo email in Gmail

In questa guida faremo riferimento alla versione di Gmail per browser desktop anche se funzioni analoge sono disponibili anche nelle app mobile della mail di Google. Per bloccare un mittente in Gmail occorre anzitutto aprire un suo messaggio; all’interno della mail individuiamo a destra del mittente il pulsante con una freccia rivolta verso il basso (v. immagine). Clicchiamo sul pulsante e nel menù che andrà a comparire scegliamo il comando “Blocca -nome del mittente-.

Gmail a questo punto mostrerà una piccola finestra in primo piano dal titolo “Blocca questo indirizzo email” che ci avverte che i messaggi provenienti da quel mittente verranno automaticamente marcati come spam e spostanti nella relativa cartella. Per procedere basta cliccare sul pulsante “Blocca” mentre per annullare l’operazione si può cliccare su annulla.

Tornare sui propri passi

Bloccare un mittente in Gmail si rivela molto efficace se i messaggi indesiderati arrivano sempre da uno stesso indirizzo. In questo caso il blocco funziona alla perfezione ed i messaggi in arrivo vengono automaticamente trattati come spam. Viceversa altre forme di spam che usano indirizzi variabili o addirittura fittizi difficilmente possono essere bloccati con questo strumento. In questi casi si può però usare nello stesso menù il comando “Segnala spam” che aiuta Google a classificare le email indesiderate.

Per sbloccare un mittente precedentemente bloccato occorre cliccare sull’icona dell’ingranaggio in alto a destra nell’interfaccia di Gmail, scegliere “Impostazioni” e portarsi nella sezione “Filtri e indirizzi bloccati”. Qui infine occorre eliminare la regola associata all’indirizzo da riabilitare.

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